I falsi miti…

Pesaro30 è una città per tutt*

e contro nessuno.

E’ un modo di convivere meglio nello spazio urbano, ma a volte non è facile far capire alla pancia la bontà di una scelta.

Qui sotto riportiamo alcune delle tipiche obiezioni al progetto e il modo di smontarle cercando di arrivare alla pancia passando dal cervello.

“Eh ma da noi nessuno rispetta le regole”

Non c’è ragione perché Pesaro debba essere una città nella quale sia impossibile apportare qualche cambiamento. I Pesaresi dovrebbero sentirsi offesi dall’essere considerati incapaci di applicare qualche semplice norma di convivenza civile. Perché è di questo che si tratta: Pesaro30 è una città per tutt*. Le città30 sono già una realtà in tutto il mondo (Spagna, Francia, Austria, Svizzera, Finlandia, Belgio, Scozia, Canada,…) che ha permesso di salvare vite umane e costi per la società. L’OMS ha lanciato una campagna Mondiale per il decennio (2021-2030) dedicato alla sicurezza sulle strade dove le Città30 sono la chiave per ridurre le vittime e rendere le città più vivibili per tutti, anziani, bambini e disabili compresi.

“Tanto non fanno nessun controllo”

Una Città30 ha sicuramente bisogno di un ripensamento dello spazio pubblico, che però può essere implementato gradualmente, con il nuovo limite di velocità già attivo. La struttura fisica delle strade favorirà una circolazione dolce, anche in caso di assenza di vigili: i dossi, gli angoli a 90°, i cartelli luminosi, il pavé, gli attraversamenti rialzati contribuiranno a calmierare i picchi di velocità senza incidere sui tempi di percorrenza. I controlli sono in gran parte affidati ad un sistema di sensori (agli incroci), di telecamere e di rilevatori che hanno un effetto dissuasivo molto veloce. Le statistiche ci dicono infatti che le multe non aumentano sul lungo periodo anzi, spesso si riducono in numero. La popolazione aumenta infatti la propria consapevolezza del rischio ed è più prudente. Ci sono situazioni in cui, dopo una prima fase, i cittadini tendono ad un minore rispetto dei nuovi controlli. Per richiamarne l’attenzione è necessario installare segnali luminosi e cartelli pedagogici. Tutto questo non significa che la presenza e i controlli dei Vigili Urbani non siano necessari e da aumentare.

“Voi odiate le macchine”

Mai affermazione più falsa. Quale automobilista ama rimanere imbottigliato nel traffico? Chi non vorrebbe guidare in maniera più sciolta e con meno inca…volature? Le Città30, grazie anche a un ripensamento delle temporizzazioni semaforiche e all’adattamento di alcuni spazi urbani, consente un traffico più fluido e meno ingorghi. I dati dicono che i tempi di percorrenza non sono aumentati dopo l’implementazione delle Città30 bensì, in alcuni casi, persino diminuiti! Il fenomeno è ancora più netto nelle ore di punta. Si va in media alla stessa velocità, ma con meno picchi e meno arresti, cioè con maggiore costanza. In questo modo si risparmiano anche freni, carburante e molto stress! Una città più sicura, più gradevole e meno rumorosa sarà inoltre un circolo virtuoso, perché incoraggerà più cittadini a prendere la bicicletta, ad andare a piedi o ad usare i mezzi pubblici, il che significherà meno auto sulle strade e un traffico ancora più scorrevole.
La Città30 è per tutt*.

“Mica posso aspettare l’autobus”

Il sistema di trasporto pubblico può e deve sempre essere migliorato, e Pesaro non fa eccezione. Incentivare la mobilità dolce, non vuol dire rinunciare ad avere un sistema di trasporti pubblici più efficienti: mobilità dolce e trasporto pubblico locale vanno in parallelo e sono entrambe alternative più sostenibili all’utilizzo della macchina privata.

La situazione in città, inoltre, non è così disastrosa e se consideriamo che la maggioranza degli spostamenti a Pesaro è inferiore ai 10/15 minuti: in una Città30 fare 2/3 chilometri in bici o a piedi può e deve diventare un piacere per chiunque voglia farlo.

Per chi non può, ci sarà più spazio e una circolazione più serena, anche per i mezzi pubblici.

“Lo fanno per spremerci di multe”

Non c’è alcuna evidenza che i Comuni dove è già in vigore la Città30 abbiano aumentato le contravvenzioni, anzi, spesso sono diminuite. Prime fra tutte quelle relative alle infrazioni del rosso semaforico: dimezzate! Andando un po’ più piano è naturale che sia più facile fermarsi in tempo ed evitare la multa. Ma anche le contravvenzioni per superamento dei limiti tendono ad abbassarsi: dopo una buona campagna informativa gli automobilisti sono infatti generalmente più prudenti – anche nei tratti che rimangono a 50 km/h – e prendono meno multe. Quando, dopo alcuni mesi dall’introduzione dei limiti, si assiste ad un rilassamento nei comportamenti stradali è opportuno intervenire con cartelli e segnali luminosi pedagogici per alzare nuovamente la soglia d’attenzione.

Il risultato è: meno multe, più sicurezza, stessa puntualità.

“Ma le zone30 già ci sono. Cosa volete di più?”

Nel corso degli anni, Pesaro è sicuramente stata capofila in Italia sul tema della mobilità sostenibile. La prima zona a 30 km/h è nata 20 anni fa a Pantano e la Bicipolitana è una infrastruttura diventata modello per molte altre città.

La città30 che ci immaginiamo è un salto di qualità rispetto a questi interventi.

La nostra visione vuole alzare l’asticella per rendere Pesaro un modello di mobilità: non più piccoli e continui interventi per i quali è ogni volta necessario trovare risorse e condivisione politica, valutare il consenso, ma fare subito un grande passo riconducendo i singoli interventi ad una cornice unitaria, la città30.

Quante volte si guarda con ammirazione alle città del nord europa?

E a Pesaro, perchè no?